Che la scuola non insegni nulla, questo è assodato ed in proposito posso raccontare un aneddoto.
Circa setto o otto anni fa, ero in vacanza con la famiglia in una splendida località calabrese. Sulla spiaggia si fanno tante conoscenze ed una di queste fu l'incontro con una signora del luogo emigrata al nord da tantissimi anni in compagnia delle due splendide figlie; una di loro era laureata in economia e commercio ed aspettava di valutare proposte di lavoro. Io le chiesi se avesse imparato a compilare un mod. 730, a calcolare una aliquta a tassazione separata o addiruttura a calcolare e compilare un bollettino di I.C.I. .
La Princess sa che queste cose sono basilari oltre che elementari per chi si accinge a fare una professione di commercialista. La ragazza mi rispose che all'università e dopo cinque anni, non aveva mai fatto nulla di simile.
Io inorridii, poichè certe cose le ho imparate da solo e non posseggo neanche un titolo di studio attinente. Ma vi dirò di più, c'è gente, che con la licenza media, dà punti a questi neo laureati.
Tuttavia non è colpa loro se la scuola poco insegna o poco prepara alla quotidianità.
Il concetto che volevo esprimere, tuttavia, era quello che si bada a voler porre l'accento su nozioni, delle quali basta conoscere la sola esistenza e collocazione come nel caso della geografia, quando poi vengono perse di vista le reali problematiche connesse alle mancate conoscenze come ad esempio le più banali notizie su matematica, fisica, chimica, economia, grammatica, informatica e qualche cosa di una lingua straniera, ovvero sulla persistente inadeguadezza dei programmi di insegnamento, sul personale docente e sulla scuola in generale.
Tutti problemi che si riflettono sulla vita nostra di tutti i giorni.
